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OA e la valutazione dei prodotti della ricerca scientifica – Raccomandazioni

Alla luce delle principali esperienze italiane di valutazione della ricerca scientifica, queste Raccomandazioni, approvate dalla Commissione Biblioteche della CRUI il 2 aprile 2009, sottolineano l’importanza e la necessità di un’Anagrafe che raccolga, gestisca ed elabori le informazioni sulle attività di ricerca di un ateneo. Una componente strategica di tale Anagrafe è rappresentata dall’Archivio istituzionale ad accesso aperto compatibile con il protocollo OAI-PMH.

L’utilizzo di un archivio istituzionale come parte del processo di valutazione della ricerca assume un valore cruciale a causa della rapida evoluzione del processo di produzione, diffusione e pubblicazione della ricerca scientifica. I processi di valutazione e le categorizzazioni dei prodotti di ricerca finora operate dalle agenzie di valutazione possono e devono essere aggiornati alla luce dei nuovi contesti che coinvolgono autori, editori, enti finanziatori, valutatori e potenziali utenti.

La comunicazione scientifica si è profondamente modificata e l’articolo pubblicato su una rivista rappresenta spesso il punto finale di una catena comunicativa al cui inizio c’è un intervento a un convegno. Gli archivi ad accesso aperto permettono di valorizzare tutte le tappe di questa catena e di far crescere la reputazione dell’autore e il futuro impatto dell’articolo. È stato anche dimostrato che gli articoli depositati in archivi ad accesso aperto sono citati più spesso di quelli che non lo sono.

Il ruolo che il mondo dell’Open Access può avere nell’ambito della valutazione della ricerca riguarda la possibilità di sottoporre a giudizio anche materiali non tradizionali e di elaborare nuovi indicatori bibliometrici da affiancare a quelli attualmente in uso, come già succede a livello internazionale, laddove l’Open Access è già considerato “valore aggiunto” per i processi di valutazione della ricerca. La compresenza di archivi e anagrafi istituzionali locali e nazionali, interoperabili tra loro, rappresenta una garanzia di equilibrio tra le diverse esigenze dei valutatori a livello ministeriale, di singolo ateneo e di struttura di ricerca. 


Le Raccomandazioni propongono inoltre uno standard minimo per dati (documenti da associare) e metadati (la descrizione bibliografica) da inserire negli archivi istituzionali, dedicando particolare attenzione alla definizione e indicazione della versione depositata.

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"Open Access e la valutazione dei prodotti della ricerca scientifica – Raccomandazioni"

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Riviste ad accesso aperto: linee guida

Le presenti linee guida, elaborate dal gruppo di lavoro Open Access e approvate dalla Commissione biblioteche della CRUI il 2 aprile 2009, si occupano della disseminazione dei risultati della ricerca scientifica attraverso le riviste specialistiche, della crisi in cui versa il mercato dei periodici elettronici e delle possibilità di un suo superamento attraverso la ridefinizione dei compiti e delle funzioni degli attori coinvolti.

Il progresso tecnologico degli ultimi decenni ha creato le basi per una forma più efficace di diffusione dell’informazione scientifica, fondata su internet e sull’accesso aperto, con la quale le riviste scientifiche non possono non misurarsi. Le riviste elettroniche ad Accesso Aperto nel panorama attuale di crisi economica potrebbero rappresentare, soprattutto in alcuni ambiti disciplinari, uno strumento valido per favorire la disseminazione dei risultati della ricerca scientifica.

RIVISTE AD ACCESSO APERTO: LINEE GUIDA
CRUI – Commissione Biblioteche, Gruppo OPEN ACCESS Aprile 2009

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Linee guida per gli archivi istituzionali

Le presenti linee guida, elaborate dal gruppo di lavoro Open Access e approvate dalla Commissione biblioteche della CRUI il 2 aprile 2009, partono dal presupposto della fondamentale importanza rappresentata dagli Archivi istituzionali, che sono tra i principali strumenti che consentono di realizzare l’accesso libero e immediato ai risultati della ricerca scientifica prodotta in una università o in un altro centro di ricerca. 

Gli archivi istituzionali sono uno strumento concreto a disposizione della comunità scientifica, un’infrastruttura informativa e comunicativa che raccoglie in un unico luogo tutta la produzione scientifica di un ateneo, alla quale viene conferita autorevolezza, assicurandone nel contempo la persistenza in rete e la conservazione a lungo termine. Gli archivi istituzionali possono essere considerati degli indicatori tangibili della qualità di una istituzione accademica, la sua estensione naturale in quanto volani della ricerca primaria – potenzialmente la componente più importante nell’evoluzione dei nuovi modelli di comunicazione scientifica.

Per le ragioni sopra esposte, nel prossimo futuro sarà un’anomalia per una università o per un ente di ricerca non avere il proprio archivio istituzionale: “non ci si può privare di uno strumento unico e strategico per pubblicizzare la produzione intellettuale dell’istituzione, massimizzandone la visibilità e l’impatto nei confronti dei vari portatori di interesse”.

Download documento "Linee Guida per gli Archivi Istituzionali"

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Linee guida per la creazione e la gestione di metadati nei repository istituzionali

Le Linee guida per la creazione e la gestione di metadati nei repository istituzionali, approvate dalla Commissione Biblioteche della CRUI il 22 febbraio 2012, hanno l’obiettivo di suggerire agli atenei uno schema di metadati il più possibile interoperabile nell’ambito della gestione dei repository istituzionali. Il repository istituzionale (o Institutional Repository, IR) ad accesso aperto è lo strumento che “raccoglie in un unico luogo tutta la produzione scientifica di un ateneo […] assicurandone nel contempo la persistenza in rete e la conservazione a lungo termine” (CRUI – Commissione Biblioteche, Linee guida per gli archivi istituzionali, 2009). Il repository istituzionale, grazie alle logiche dell’accesso aperto, risponde al principio in virtù del quale i risultati della ricerca finanziata con fondi pubblici devono essere pubblicamente disponibili e assicura la massima visibilità e disseminazione alla produzione scientifica di un Ateneo.

Le presenti linee guida offrono quindi uno schema di metadati di base (descrittivi e strutturali) e di metadati legati al contesto di appartenenza (per es. informazioni amministrativo-gestionali relative ad afferenza dipartimentale, SSD, etc.), affrontando altresì le problematiche legate al controllo dei nomi, del versioning e degli identificatori per ciascuna entità coinvolta nel processo di archiviazione dei dati.

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Linee guida per la creazione e la gestione di metadati
(Roma, 22 febbraio 2012)

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